Spazio, decrescita e Transizione

Una delle cose che mi affascina e mi entusiasma nella Transizione è questa tensione a unire le energie. Arrivare assieme a Pallante e agli altri amici del Movimento della Decrescita Felice a dichiararsi esplicitamente “compagni di strada” è uno di quei risultati meravigliosi che questo processo consente di produrre nella realtà delle cose.

Più ci penso, e ci ho riflettuto molto anche dopo l’ultimo tTraining, e più mi rendo conto che la Transizione consiste nel lasciare spazio, nel garantire spazio per tutti quelli che osano immaginare il cambiamento, nel proteggere la qualità di quello spazio con grande determinazione, proteggerlo contro “il solito”.

Il segreto è tutto qui. Dentro quello spazio, grazie a quello spazio, in ragione di quello spazio, possono succedere cose nella realtà che altrimenti non succederebbero proprio perché le dinamiche “solite” le rendono impossibili da realizzare.

E così in quello spazio la Transizione diventa la storia di tutti quelli che contribuiscono a immaginarla e a metterla in pratica: la storia di un gruppo di persone che cresce sempre più e riscopre come assumersi la responsabilità del proprio presente e del proprio futuro. La storia di tutti quelli che nel mondo stanno cercando di fare la stessa cosa.

Vabbè, forse non si è capito niente, ma son contento lo stesso 🙂

Una Risposta to “Spazio, decrescita e Transizione”

  1. marco sclarandis Says:

    La transizione in una nuova epoca mi fa pensare al movimento delle suffragette dell’inizio del secolo scorso.
    I due soli requisiti per farne parte erano di essere donna e di desiderare di votare.
    Fuoco di paglia nella considerazioni di molti benpensanti.Oggi, processo in via di completamento,sebbene con lacune e difficoltà.

    Similmente, non occorre molto per partecipare alla transizione.
    Basta “assumersi la responsabilità del proprio presente e del proprio futuro”
    ma per far ciò bisogna credere che il cambiamento non solo è necessario ma pure urgente.E per credere ciò bisogna essersi fermati a riflettere sul percorso intrapreso sopratutto nell’ultimo mezzo secolo dalla civiltà industriale e postindustriale.
    E siccome questa riflessione implica tempo, passione, intelligenza, e coraggio, pochi sono disposti a farla spontaneamente.
    Ma i fatti premono e ringhiano fuori della porta, che seppur blindata sempre porta è.
    E quindi bisognerà pur aprirla e affrontare i lupi.
    Siamo una moltitudine inarrestabile, animata da una benedetta irrequietezza…………….
    E i lupi sono solo un branco, di cattive abitudini pronte a dileguarsi di fronte a chi ha deciso irrevocabilmente di cambiare vita.

    Marco Sclarandis

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