Lo so, avevo fatto un post ottimista e subito seguo con altri due che lo sono molto meno, ma che ci devo fare, le cose stanno così e poi ormai anche i grandi media cominciano a svegliarsi e le notizie importanti circolano meglio (comunque è tutta colpa di Debora).
Joel Buorne firma questo articolo (in inglese) del National Geographic dal titolo fin troppo esplicito “The Global Food Crisis” (La crisi alimentare globale) e dal sottotitolo quasi poetico “The End of Plenty” (La fine dell’abbondanza).
C’è poco da fare, c’è un problema con il cibo. Si sta già manifestando in aree “lontane”, ma potrebbe cominciare ad affliggere anche il mondo ricco in tempi brevi, addirittura brevissimi, se si generassero condizioni particolarmente sfortunate (ricordate quanto successo ai prezzi degli alimentari la scorsa estate con il petrolio a 147 dollari).
Serve un nuovo modello di agricoltura, serve ora, perché metterlo in pratica richiederà tempo e non è un caso che Transition Italia si stia impegnando tanto per tradurre documenti che aiutino gli agricoltori e i politici a pensare a una transizione per questo settore.
Possiamo dirlo, questi sono tempi straordinari, sta a noi riuscire a sfruttarne tutto il potenziale positivo.
Tag: cibo, crisi, national geographic
luglio 14, 2009 alle 12:41 am |
ed è appena uscito “Can Totnes Feed Itself?” sulla scia dei vari ragionamenti sulle modifiche del sistema produttivo alimentare.
http://transitionculture.org/2009/07/10/announcing-the-release-of-can-totnes-and-district-feed-itself/
Un gran bel lavoro…
luglio 14, 2009 alle 9:13 am |
Sì, ho visto, stanno lavorando veramente duro… poveri ;-), aspettavo per pubblicare l’intero EDAP di Totnes…